L’otto novembre scorso la Conferenza dei Sindaci della provincia di Latina ha approvato le modifiche all’ Atto Aziendale della Asl di Latina proposte dalla Direzione generale della ASL con 17 voti favorevoli, 2 contrari (Fondi e Sonnino), 4 astenuti (Gaeta, Monte San Biagio, Sperlonga, Terracina).
Il documento ha come presupposto l’atto aziendale predisposto dall’ex Direttore generale Caporossi approvato con DCA n. U00118 del 24 marzo 2015 sulla base delle Linee guida a suo tempo impartite dalla regione e non più modificate.
Le proposte di revisione all’Atto che definisce il nuovo assetto organizzativo dell’Azienda sanitaria locale sono state illustrate dal Commissario Straordinario Giorgio Casati ai Sindaci dei Comuni pontini.
Le modifiche proposte, per ora a livello di bozza, affrontano in primo luogo la riorganizzazione e il potenziamento dello staff della direzione aziendale spostando alcune funzioni di “line” a quelle di “staff” e dividendo quest’ultimo in due grandi aree: Area Pianificazione e Area Governo clinico e sicurezza”, complessivamente lo staff della Direzione generale passerebbe da 5 a ben nove Unità Operative Complesse con riduzione di due Unità Operative Semplici, ma evidentemente con costi maggiori. Ci sono anche due UOS trasformate in Unità operative semplici dipartimentali (UOSD).
Altre interventi descritti riguardano la direzione amministrativa.
È prevista la creazione di un Dipartimento strutturale con la ASL di Frosinone per la gestione del settore tecnico patrimoniale, del provveditorato e dei sistemi informativi. Positiva l’istituzione di una unità operativa dedicata alla logistica.
Finalmente si passa alla parte dell’assistenza sanitaria territoriale con focalizzazione della funzione di committenza dei Distretti e con particolare riguardo ai Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) per i quali la regione ha già predisposto le linee guida relative ad alcune patologie croniche e che sono stati già attivati in molte altre ASL.
Importante l’organizzazione del Dipartimento per l’assistenza primaria per migliorare le funzioni assistenziali a livello territoriale.
Il Dipartimento delle professioni sanitarie viene modificato con una radicalizzazione nelle strutture territoriali.
Anche il Dipartimento di prevenzione viene ritoccato per quanto riguarda gli screening e la prevenzione delle malattie infettive.
Per quanto riguarda la rete ospedaliera sembra che non ci si voglia discostare dalle scelte esistenti mirando ad un consolidamento mediante quattro azioni fondamentali:
a) Completamento e consolidamento dell’attuale assetto dell’offerta sanitaria da realizzare mediante il completamento delle azioni legate alla piena realizzazione dei due poli principali (Latina e Formia in DEA di II e di I livello;
b) Adeguamento degli organici nel rispetto dei parametri riconosciuti a livello di sistema
c) Efficientamento dei processi clinico assistenziali
d) Rimodulazione dell’offerta sanitaria mediante l’attivazione di discipline di più elevata specializzazione
Sono quindi previste numerose riorganizzazioni dei principali dipartimenti ospedalieri.
In sostanza il documento ancora una volta dedica la maggioranza dello spazio all'assistenza ospedaliera.
Il nuovo atto aziendale dovrà comunque tener conto degli obiettivi assegnati dalla Regione Lazio con DGR del 7 ottobre scorso n. 573 ai direttori generali delle ASL:
1) Riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie;
2) Equilibrio economico finanziario;
3) Riduzione dei tempi medi di assunzione del personale autorizzato dalla regione;
4) Contenimento della spesa per beni e servizi;
5) Attuazione del percorso attuativo della certificabilità dei bilanci.
Nella bozza presentata non si rinvengono attività per il raggiungimento degli obiettivi suddetti, che in parte coincidono con le criticità della ASL Latina che purtroppo persistono da anni senza che ci siano segnali di cambiamento:
a) Liste di attesa molto lunghe per visite specialistiche, accertamenti diagnostici ed interventi di elezione.
b) Mobilità passiva è ancora molto elevata in quanto molti pazienti scelgono di curarsi altrove.
c) Il rapporto pubblico privato non è positivo e molti posti letto pubblici sono chiusi, mentre l’Azienda corrisponde somme elevate a strutture esterne per l’utilizzo dei oro posti letto.
d) Assenza di ogni riferimento alla L.R. 11/2016 per l’integrazione socio sanitaria
e) Mancato riequilibrio del personale tra ospedali e territorio e un eccesso di unità presso gli uffici di staff e amministrativi;
f) Non è stata rinvenuta traccia del progetto della spending review che non riguarda solo la parte degli acquisti, ma anche gli onerosi canoni di locazione della sede della Direzione generale e di alcuni dipartimenti centrali.
e) Mancato riequilibrio del personale tra ospedali e territorio e un eccesso di unità presso gli uffici di staff e amministrativi;
f) Non è stata rinvenuta traccia del progetto della spending review che non riguarda solo la parte degli acquisti, ma anche gli onerosi canoni di locazione della sede della Direzione generale e di alcuni dipartimenti centrali.
Ma i problemi maggiori sono
- Il mancato adeguamento della pianificazione territoriale delle strutture sanitarie sia per i profondi mutamenti della popolazione di alcuni comuni avvenuti in questi anni (il Comune di Aprilia ha quadruplicato la popolazione mentre altrove si è ridotta) che per la chiusura di molti ospedali senza che sia stato ancora provveduto alla loro promessa riqualificazione (Priverno, Gaeta, Minturno, ecc.). In questo modo le strutture rimaste (poche in verità specialmente per quanto riguarda l’assistenza territoriale a fronte di una provincia di vaste dimensioni) non sono in grado di corrispondere alla domanda di assistenza che proviene da una popolazione in crescita che chiede un’assistenza sempre più qualificata.
- Legato al problema delle strutture sanitarie c’è la mancata attivazione di una Casa della salute per ciascun Distretto socio-sanitario: nel documento non vi è traccia di questo punto qualificante del programma dell’attuale presidenza regionale né viene definito neanche dove si pensa di collocarle nei vari distretti in quanto ad eccezione del Distretto n. 1 (con Aprilia che comunque non è ancora aperta) e del Distretto n. 5 (Formia, Gaeta, Itri, Minturno, Castelforte, Santi Cosma e Damiano, Spigno saturnia, Ponza e Ventotene per il quale si parla da tempo di Minturno e Gaeta, ma si è ancora in attesa), non c’è alcuna manifestazione di idee per quanto riguarda il Distratto n.2 (Latina, Norma, Sermoneta e Sabaudia, nel quale dopo Latina il Comune più popoloso è Sabaudia che dispone di una struttura ex ospedaliera e che dovrebbe essere quindi preferita agli altri, visto che già a Latina sono concentrate numerose strutture come l’ospedale, case di cura, il poliambulatorio di piazza Celli, ecc.) e il Distretto n. 4 (Terracina, Fondi, Monte San Biagio, San Felice Circeo, Lenola, Campodimele e Sperlonga, dove tutto è bloccato dall'assurda diatriba tra i due Comuni causata dall'assenza di decisioni, con il risultato che l'Ospedale di Terracina che è uno dei poli universitari si trova in difficoltà.
- La situazione del sistema di emergenza urgenza ancora basato su quello approvato dalla Regione nel ’97, senza tener conto che nel frattempo sono stati chiusi, come accennato, molti degli ospedali che assicuravano una pronta risposta in molti casi, eliminando conseguentemente altrettanti posti di Pronto Soccorso che sono stati momentaneamente sostituiti da Punti di Primo Intervento, a loro volta minacciati di chiusura dal famoso D.I. 70/2015. In molti casi non si è in grado di rispettare lo standard di un intervento entro 8 minuti nelle aree urbane.
- La gestione del patrimonio che vede molte strutture ex ospedaliere chiuse da anni e in stato di completo abbandono senza che venga prospettato alcun utilizzo neanche di tipo socio-sanitario, con degrado progressivo e conseguente rischio di danno erariale.
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