lunedì 21 novembre 2016

LA RESPONSABILITA' CONTABILE DI DIRIGENTI E DIPENDENTI PER MANCATA O RITARDATA RISCOSSIONE DEI CREDITI (TASSE, CANONI, MULTE ECC.)

E' noto il fatto che tra i crediti accertati e le somme riscosse dai Comuni ci sinao spesso delle notevoli divergenze che poi provocano l'accumularsi di residui attivi che, co l'andare del tempo divengono inesigibili con un danno rilevante per l'amministrazione. Su questo tema più volte ha avuto già occasione di intervenire la Corte dei Conti.
Di recente la Corte dei Conti  ribadisce con una sentenza dell'8 novembre scorso, n. 302/2016 la responsabilità dei dirigenti ma anche dei dipendenti che hanno determinato un danno all’ente per mancati incassi di somme, nonché per gli oneri aggiuntivi in termini di spese legali e di transazioni che sono stati determinati dai ritardi con cui hanno adottato atti amministrativi di loro spettanza. 
Tali responsabilità sarebbero maturate a seguito di comportamenti negligenza nello svolgimento delle proprie attività.
Nella sentenza si legge che “i convenuti, dando prova di disinvolta noncuranza e dando prova di scarsa attitudine a ricoprire un pubblico ufficio, hanno, ciascuno per il settore di competenza, colposamente trascurato le attività propedeutiche alla riscossione degli oneri concessori dovuti all'ente locale”.
In capo ai dipendenti, tra le varie censure, si evidenziano le seguenti:
·  avere “omesso significativi adempimenti”;
·  condizione di “disordine amministrativo”;
· mancata “riscossione degli oneri di costruzione e dei relativi accessori (con conseguenti compiti di quantificazione e irrogazione di sanzioni pecuniarie, nonché di escussione delle polizze fideiussorie per morosità)”;
· non si può sostenere che si è abilitati da parte di un dipendente di categoria C esclusivamente allo svolgimento di compiti esecutivi perché “la qualifica di funzionario (abilitato a trasmettere all'esterno la volontà dell'Amministrazione) è in radice incompatibile con compiti esecutivi (quali quelli dell'archivista o del commesso)”;
· Secondo  la Corte i dipendenti avrebbero  consapevolmente rallentato le attività istituzionali dell'ufficio di appartenenza, determinando causalmente i mancati recuperi monetari da parte dell'Amministrazione per ottenere il pagamento di lavoro straordinario.
La sentenza integrale la trovate qui:
https://servizi.corteconti.it/bds/doVisualizzaDettagliAction.do?sptomock=&id=12185310&cods=12&mod=stampa

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