Il sito OPENPOLIS (http://www.openpolis.it/), alo scopo di fare chiarezza in vista del prossimo referendum ci fornisce un contributo molto interessante in merito a come ha funzionato fino ad ora il bicameralismo:
"Com'è noto il nostro attuale assetto costituzionale è un bicameralismo perfetto. Le due camere che compongono il parlamento, camera e senato, hanno esattamente gli stessi poteri. Condividono cioè competenze e obblighi e qualsiasi decisione presa da un ramo deve essere approvata anche dall’altro.
Ne è un tipico esempio l’iter per approvare le leggi. Ogni proposta presentata al parlamento deve essere approvata da entrambi i rami. Se per esempio dopo il voto alla camera il testo viene modificato dal senato, la proposta deve tornare alla camera. Questa dinamica in gergo viene chiamata “navetta”, un rimbalzo fra un ramo e l’altro del parlamento per cercare di trovare un accordo comune.
La riforma costituzionale del governo Renzi rivoluzionerebbe questo sistema, depotenziando il senato. Con una vittoria del sì il nostro parlamento rimarrebbe bicamerale, cioè composto da due camere, ma l’iter principale per l’approvazione di una legge diventerebbe monocamerale e sarebbe svolto da una sola aula. Due le conseguenze principali di questa novità: per fare una legge non ci sarebbe più bisogno di due approvazioni ma basterebbe il voto favorevole della camera, e le navette non sarebbero più possibili, a eccezione però dei provvedimenti che nel nuovo assetto costituzionale rimarranno ad approvazione bicamerale (analizzeremo in dettaglio questo aspetto della riforma nei prossimi giorni).
Cerchiamo ora di capire quanto impatta la navetta sulla produzione legislativa del parlamento italiano. Da inizio legislatura fino al 18 ottobre camera e senato hanno discusso e approvato 252 leggi.
Di queste, 50 hanno richiesto la navetta parlamentare a causa di modifiche da parte di un ramo: il 19,84% del totale. Nella XVII legislatura, quindi, 1 legge su 5 ha subìto un’estensione dell’iter ordinario, che già richiede due approvazioni".
I problemi più grandi però derivano dal fatto che vanno avanti solo le proposte d'iniziativa governativa (decreti legge) ed altri mentre tutte le proposte che provengono dalle minoranze nella maggior parte dei casi rimangono al palo, anche se talora riescono ad essere approvate da uno dei rami del parlamento.
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