domenica 4 dicembre 2016

VINCONO IL POPOLO E LA DEMOCRAZIA

La scelta di aver voluto portare il popolo italiano ad un referendum sulla modifica della Carta costituzionale è stato fatale a Renzi.
La prima volta che gli elettori sono stati messi in condizione di esprimere il loro voto sulla politica del presidente del consiglio lo hanno bocciato in maniera chiara e netta nonostante l’impegno posto dal Governo e dalle variegate forze del Sì scese in campo in tutto il Paese con ampia dovizia di mezzi, il sostegno della quasi totalità dei media e l’endorsement di personaggi ai massimi livelli.
La Costituzione dovrà essere modificata, ma questo dovrà essere fatto attraverso una scelta più attenta e condivisa da tutti gruppi politici presenti in Parlamento; le tante proposte elaborate in questi ultimi anni e tutte abortite sul nascere per motivi diversi ed a vari stadi, contenevano tutte elementi positivi che potranno essere utilizzati per rendere migliore la nostra Costituzione aggiungendo anche le molte cose non previste nel documento che ieri gli italiani hanno respinto come: una effettiva democrazia interna dei partiti, il divieto di cambiare partito una volta eletti, lo statuto dell’opposizione (come esiste in Gran Bretagna), l’eliminazione della questione di fiducia.
La Nazione ha urgente bisogno di un Governo degno di questo nome per non cadere preda della speculazione internazionale che cercherà di forzare il blocco per far saltare l’Europa; noi dobbiamo dire no a queste forze internazionali che periodicamente puntano su una vera o presunta debolezza della nostra economia.
Entro Natale la legge di bilancio dovrà essere approvata e le forze politiche (di tutte le razze) devono smettere di utilizzarla per favorire questo o quello.
Occorre una nuova politica economica che ridia vigore al Paese ma è necessario che anche il Sindacato si assuma le proprie responsabilità non dicendo sempre di sì accettando norme inique; da una rappresentanza più forte dei lavoratori può nascere un nuovo patto sociale per affrontare insieme le difficoltà esistenti e le avversità che potranno verificarsi.
Da questa contesa la democrazia esce più forte, ma le forze che hanno vinto dovranno trovare la capacità di mettere a frutto il successo per non disperdere il risultato del voto di tanti milioni di elettori.
Tra le cose da mettere in cantiere subito c’è senza dubbio una nuova legge elettorale nell’ambito della quale oltre alla eliminazione dei nominati dovrà esserci anche un riesame del sistema elettorale per gli italiani all’estero.
Ora sarà possibile affrontare il problema grave delle Banche messe in difficoltà da un Governo che ha rinviato a dopo il referendum ogni decisione.
Escono di scena Renzi, la sua corte e, speriamo anche alcune spese folli come il famoso aereo preso in leasing.
Se in economia potranno essere utilizzate tecniche keynesiane di deficit spending, nella gestione della Presidenza e delle amministrazioni centrali dovranno essere instaurate politiche di maggiore sobrietà più rispettose del livello di povertà di molte persone.
Un maggiore rigore nella gestione della cosa pubblica è auspicabile a tutti i livelli per tagliare veramente spese di rappresentanza e per attivare controlli interni.
Ma questa è stata anche la vittoria dei cittadini contro quelli che in buona fede erano (e sono ancora) i loro rappresentanti, che hanno consentito che questa riforma superasse la doppia votazione astenendosi, uscendo o votando sì, salvo poi venire a dirci di votare di no e che ora cercano di prendersi i meriti del risultato elettorale.
A vincere non è stato nessun partito, sono stati gli italiani.

2 commenti:

  1. Vedremo spero che tu abbia ragione e che si possano tagliare i privilegi a partire dalle pensioni più elevate dei contributi versati: esempio fantastico della capacità riformatrice dei partiti del passato e dei loro epigoni populisti...auguri agli italiani sopratutto ai più deboli

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  2. Vedremo spero che tu abbia ragione e che si possano tagliare i privilegi a partire dalle pensioni più elevate dei contributi versati: esempio fantastico della capacità riformatrice dei partiti del passato e dei loro epigoni populisti...auguri agli italiani sopratutto ai più deboli

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