martedì 29 agosto 2017

IL PIANO DEL PARCO E IL DIRITTO ALLA SALUTE

Entra nel vivo il dibattito sul Piano del Parco con l'assemblea pubblica prevista per le 19 del 30 agosto a Sabaudia.
Molte le persone che hanno aspettative per costruire nuovi immobili, ampliare quelli esistenti ecc, mentre rischia di passare in secondo piano il tema della salute umana che il piano cerca di tutelare cercando di difendere un ambiente sano.
Al riguardo ho inviato una lettera il 28 agosto all'Ente Parco, ma anche al Comune per attirare l'attenzione su questo aspetto in quanto l'utilizzo dei fitofarmaci in agricoltura può essere molto dannoso per la salute umana.
Nell’evoluzione della giurisprudenza costituzionale il diritto alla salute (previsto dall’art. 32) si estende inoltre fino a configurarsi, nel suo collegamento con l’art. 9 della Costituzione, anche come diritto ad un ambiente salubre.
Il riconoscimento di un diritto soggettivo individuale all’ambiente, tutelato quale diritto fondamentale, muove da un concetto di “salute” come situazione giuridica generale di benessere dell’individuo derivante anche, se non soprattutto, dal godimento di un ambiente salubre.
Secondo la Corte Costituzionale infatti “l’ambiente è protetto anche come elemento determinativo della qualità della vita”: “la sua protezione non persegue astratte finalità naturalistiche o estetizzanti, ma esprime l’esigenza di un habitat naturale nel quale l’uomo vive ed agisce e che è necessario alla collettività e, per essa, ai cittadini, secondo valori largamente sentiti; è imposta da precetti costituzionali, per cui esso assurge a valore primario ed assoluto” (sentenze n. 210 e n. 641 del 1987).
Il bene dell’ambiente come diritto fondamentale della persona (oltre che come interesse fondamentale della collettività) “comprende la conservazione, la razionale gestione ed il miglioramento delle condizioni naturali (aria, acque, suolo e territorio in tutte le sue componenti), la esistenza e la preservazione dei patrimoni genetici terrestri e marini, di tutte le specie animali e vegetali che in esso vivono allo stato naturale ed in definitiva la persona umana in tutte le sue estrinsecazioni” (sentenza n. 210 del 1987).
A sua volta l’art. 32 della Costituzione prevede che le Repubblica tuteli la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività
Sempre nel Rapporto ambientale del V.A.S. si legge che il Piano del Parco ha come obiettivi la tutela dei valori naturali ed ambientali, storici, culturali, antropologici tradizionali del territorio del Parco e che di conseguenza le attività/azioni che il Piano propone per il raggiungimento degli obiettivi sono strettamente finalizzate alla salvaguardia, alla conservazione e alla valutazione di tutte quelle componenti ambientali per la cui rilevanza è stato istituito il Parco.
Per tutelare la salute occorre tutelare l’ambiente dall’inquinamento in tutte le sue forme: dell’aria, del suolo, delle acque, ecc.
Allo scopo di incrementare la produzione agricola sin dal secondo dopoguerra è stato introdotto l’utilizzo dei pesticidi.
A livello scientifico è oggi ampiamente dimostrato il nesso causale tra l’esposizione a taluni fitofarmaci e l’insorgenza di alcune specifiche malattie (Linfoma non Hodgkin, leucemie, tumori ai polmoni, alle ovaie, alla prostata, ecc.) che colpiscono prevalentemente i lavoratori e le loro famiglie.
Dall'ultimo rapporto sulle cause di morte dei cittadini di Sabaudia curato dall’Osservatorio Epidemiologico Regionale si rilevano valori superiori alla norma nei maschi per i tumori dei polmoni, della prostata, del colon retto, della vescica e dello stomaco, mentre nelle femmine prevalgono quelli della mammella, della tiroide, dell’utero e la leucemia.
Il problema è studiato a livello scientifico da molte decine di anni e sin dal 1978 è stato riconosciuto, grazie al prof. Leonardo Santi, il carattere scientifico dell’Istituto dei tumori di Genova per lo studio della cancerogenesi ambientale.
Ecco che il Parco nel difendere questo prezioso ambiente può contribuire alla prevenzione dei tumori di origine ambientale.
Analizziamo la situazione dei vari indicatori ambientali:
Aria: per quanto riguarda questo elemento dai documenti del Piano, a Sabaudia si rileva una presenza rilevante di particolato; poiché questo può avere origine naturale ma anche causato dalle attività dell’uomo sarebbe opportuno verificare questo aspetto attivando un monitoraggio specifico.
Suolo: Nonostante una mozione approvata in Consiglio comunale con deliberazione n.27/2011 non si è ancora provveduto alla bonifica del territorio comunale dall’amianto e sono frequenti gli abbandoni nel territorio di lastre e di altri inquinanti di vario genere.
Acqua: il problema più grave è rappresentato dallo stato delle acque: superficiali, sotterranee e di transizione che andrebbe maggiormente approfondito sia nel Piano che nella VAS, anche alla luce dei dati più recenti, ma anche le acque di balneazione benché mediamente rispettino i valori consentiti sono spesso oggetto di lamentele da parte dei turisti il che non contribuisce positivamente all’attrattiva della città.
Ciò premesso questo Comitato ritiene di rappresentare come la situazione delle acque superficiali e sotterranee nell’area del parco e in quelle contigue, come pure nelle transition area sia già gravemente compromessa come emerge dai dati dell’ISPRA che ha assegnato proprio a quest’area (e nel Lazio solo ad essa) il bollino rosso sia per le acque superficiali che per quelle sotterranee.
Le analisi effettuate sul fiume Sisto come nel lago di Paola e in alcuni pozzi privati forniscono un panorama preoccupante che richiede interventi indifferibili circa lo stato della falda acquifera che comunque arretra quasi ovunque incalzata dal cuneo salino.
Per quanto riguarda le acque di balneazione alla fine dello scorso anno il Commissario straordinario del Comune di Sabaudia, in conformità ad una specifica richiesta della ASL Latina con l’Ordinanza n. 12 del 7 dicembre 2016 ha dovuto sospendere la commercializzazione delle telline raccolte nel tratto di mare tra Torre Paola e la metà del lago di Paola in quanto detti molluschi potevano costituire pericolo per la vita umana a causa della presenza di Escherichia coli, come da analisi effettuate presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana.
Molte e frequenti sono le lamentele circa il sistema fognario a causa dell’assenza delle condutture in alcune zone e alla mancanza di depuratore in talune lottizzazioni con sversamenti nei corsi d’acqua e immissioni nel lago di Paola. Sarebbe opportuno ricostituire il tavolo tecnico costituito l’anno scorso su iniziativa della Comunione eredi Scalfati con la presenza della Provincia, della società Acqualatina, del Consorzio di Bonifica, ecc., affidandone il coordinamento all’ente Parco.
Il Comune di Sabaudia da parte sua deve provvedere entro tempi certi alla verifica degli allacciamenti alla rete fognaria e agli eventuali sversamenti nei fossi che alimentano il lago.
La questione è resa molto rischiosa a causa della presenza di atleti anche giovani che si allenano sul lago e che potrebbero contrarre malattie a causa dei batteri presenti nelle acque.
Occorre poi assolutamente intervenire al più presto (non è possibile attendere i tempi previsti dal cronoprogramma) per inserire nel V.A.S. le misure previste dal Decreto interministeriale 10 marzo 2015, per la tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile e per la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e dei relativi rischi secondo quanto disposto al paragrafo A.5.1 del Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, adottato con decreto interministeriale 22 gennaio 2014 del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministro della salute:
Queste misure potrebbero essere anche inserite nel Regolamento del Parco che dovrebbe anche prevedere norme sull’uso dei fitofarmaci nelle aree urbane e in una fascia di protezione, atteso che sempre l’anno scorso quattro abitanti di Borgo Vodice sono finiti al pronto soccorso di Latina perché intossicati da prodotti utilizzati nelle serre circostanti.
Occorre altresì organizzare, d’intesa con ARPA Latina un monitoraggio più esteso sia delle acque superficiali che di quelle sotterranee (si pensi che in tutto il Lazio i punti di prelievo di queste ultime sono solo 21) e di quelle del mare allargando la tipologia delle sostanze da ricercare.
Infine, tenendo conto anche delle responsabilità degli imprenditori in qualità di datori di lavoro occorrerà procedere possibilmente d’intesa tra i Carabinieri Forestali, l’Area decentrata agricoltura di Latina della regione Lazio ed eventualmente anche con l’Ispettorato Nazionale del lavoro, ad attività di verifica presso le imprese della provincia per verificare il corretto utilizzo dei fitofarmaci e del personale (al riguardo nel novembre 2015 due braccianti che lavoravano nelle serre sono finiti al Pronto soccorso dell’ospedale di Latina per intossicazione alle vie respiratorie costringendo la Sezione di Latina dell’Istituto zooprofilattico Sperimentale – atteso il ripetersi di casi del genere - ad aprire un dossier su un uso eccessivo o scorretto dei fitofarmaci in agricoltura).
Sarebbe infine opportuno chiedere al Registro Tumori di Latina di Latina di fare uno studio epidemiologico sulla popolazione di Sabaudia (e dei Borghi) e specificamente sulle persone addette alle attività agricole.
Rifiuti: questo è uno dei punti più delicati in quanto il nuovo sistema porta a porta introdotto oramai da oltre cinque anni ha numerosi punti di inefficienza causati solo in parte dai cittadini e dai turisti, ma dovuto in gran parte alla stessa organizzazione e alla inadeguatezza dei controlli affidati al momento ad un consulente esterno, omettendo di dare esecuzione alla deliberazione consiliare n. 31 in data 17 settembre 2012 con cui è stata approvata la mozione relativa al coinvolgimento dei cittadini e degli stakeholders per il controllo della qualità dei servizi pubblici ai sensi dell’art. 2 comma 461 della legge 244/2007.
Il 28 febbraio 2017 è scaduto il contratto con la ditta Sangalli per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani che aveva avuto inizio il 1° marzo dell'anno 2012.
Il 27 febbraio scorso è stato pubblicato all'albo pretorio del Comune l’avviso relativo al bando di gara per la “Gara comunitaria a procedura aperta indetta dalla Regione Lazio, per l’appalto dei Servizi di raccolta, trasporto al trattamento dei rifiuti urbani e dei servizi di igiene urbana del Comune di Sabaudia" - Appalto dei servizi di raccolta, trasporto al trattamento dei rifiuti urbani e dei servizi di igiene urbana del Comune di Sabaudia (Lt). Codici CPV :90511100-3, 90512000-9, 90610000-6 90680000-7. Durata: anni 5, con riserva di proroga sino ad ulteriori mesi sei. 
Nonostante le vive e ripetute proteste dei residenti e dei proprietari di seconde case nel nuovo capitolato è confermata la raccolta solo bisettimanale della frazione umida.
La procedura è stata affidata dal Commissario straordinario del Comune alla Direzione Regionale Centrale Acquisti del Lazio quale soggetto aggregatore ex art. 37 co-4 del D.Lgs. 50/2016).
Con determinazione settoriale n. 16/2017 si è provveduto ad una "estensione della erogazione dei servizi" nelle more dell'espletamento della gara per la durata di mesi sei.
Sul sito della regione non è stato possibile reperire l'esito della gara né il suo stato di avanzamento.
Pertanto, tenuto conto dei tempi necessari per la stipula del contratto è lecito supporre che ci vorrà molto tempo prima di conoscere i nominativo della ditta aggiudicataria; nelle more seguita a gestire di fatto il servizio alle stesse condizioni la ditta Sangalli (non risultano essere state pubblicate altre determinazioni al riguardo).
Il Comune è di fatto privo di un regolamento per l’igiene dell’ambiente e dell’abitato dato che quello esistente risale al 1938.
In estate numerosi rifiuti vengono abbandonati nel centro urbano e nei boschi nutrendo le popolazioni murine che così si moltiplicano aumentando i rischi per l’igiene e quindi per la salute umana.
Sarebbe opportuno che il Comune istituisse degli ispettori dell’ambiente approvando contestualmente il relativo regolamento.

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