sabato 19 agosto 2017

L'INQUINAMENTO NELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE NEL PARCO NAZIONALE DEL CIRCEO


Quando si parla di un parco le persone in genere pensano ad un ambiente incontaminato, purtroppo il Parco Nazionale a causa della sua antropizzazione, delle attività industriali presenti nei territori vicini e delle numerose attività agricole, spesso a carattere intensivo presenti al proprio interno, soffre per l'inquinamento delle acque superficiali e sotterranee.
Il problema è di una notevole gravità in quanto strettamente connesso con la salute umana è infatti dimostrato oggi ampiamente il nesso causale tra alcune sostanze inquinanti e talune specifiche patologie.
L'anno passato il 21 maggio si è tenuto un convegno presso l'ex ufficio postale di Sabaudia nel quale presentai una relazione sulla  "Presenza di pesticidi nelle acque superficiali e nella falda acquifera".
Il dibattito che si è aperto sul Piano del Parco è l'occasione per riprendere un discorso che si chiuderà solo quando l'ultimo inquinante sarà scomparso.

Ma andiamo per ordine:
Le acque di balneazione:  dovrebbero rispettare gli standard previsti dal D.lgs 116/2008 e le prescrizioni del DM 30 marzo 2010. D’altra parte i requisiti per la balneabilità delle acque sono molto blandi e de jure condendo sarebbe ora di rivederli per renderli più restrittivi. 
Occorre prevedere l’aumento da parte dell’Azienda Sanitaria Locale Latina dei punti di prelievo specialmente in prossimità delle foci dei canali e rendendo pubblici i dati. 
Un problema è rappresentato dalla presenza di zone marine di raccolta di Donaz trunculus (tellina) utilizzati per l’alimentazione umana, infatti in alcuni campioni analizzati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana nel novembre 2016 è stata trovata l’Escherichia Coli, batterio pericoloso per la salute umana. 
La Guardia costiera dovrebbe far rispettare il divieto di balneazione a meno di mt.100 dalla foce dei canali previsto dall’ordinanza balneare. 
Anche il Comune dovrebbe fare la propria parte per quanto riguarda la cartellonistica con le informazioni per i turisti obbligatoria per legge sulla balneabilità. I dati delle acque pubblicati sul sito web risalgono a due anni fa. La FEE a sua volta dovrebbe prevedere requisiti più restrittivi come avveniva un tempo per concedere la bandiera Blu. 
Le acque sotterranee: Nel Lazio l’ISPRA ha assegnato il bollino rosso per la qualità delle acque sotterranee solo al territorio dei comuni compresi nell’area del Parco nazionale. 
Delle numerose sorgenti rilevate già prima della bonifica: Fosso Portosello, Fontana di Capogrosso, Fosso dell’Annunziata, Fonte di Lucullo, Della Molella, Porto del Bufalo e La Botte, molte sono scomparse, altre sono secche o inquinate (fonte Provincia di Latina: Atlante delle sorgenti della provincia di Latina. L’acqua è un bene prezioso e non possiamo omettere di intervenire. 
Occorrono iniziative più decise per la tutela della falda acquifera già compromessa in più zone (Colle Piuccio, Molella - Fonte di Lucullo, ecc.) e tempi più ristretti rispetto a quelli ipotizzati in quanto, fissando una data lontana nel tempo, di fatto si rende impossibile ogni realistica valutazione e non si dice nulla su quello che succederà nel periodo intermedio. 
Occorre invertire la tendenza all’inquinamento della falda e all’avanzata del cuneo salino. 
È necessario il coinvolgimento concreto di tutti gli enti interessati per affrontare il problema: in particolare la Provincia, il Consorzio di bonifica e il Comune devono fare la loro parte in base alle reciproche competenze. 
La falda si esaurisce sempre più e anche molti pozzi privati sono già secchi. 
Le acque superficiali: Anche le acque superficiali hanno ricevuto il bollino rosso dell'ISPRA. L’inquinamento delle acque superficiali è causato essenzialmente da scarichi civili, agricoli e industriali. 
Per quanto riguarda i pesticidi esistono direttive europee alle quali si aggiungono il D.lgs 150/2012, il DM 22 gennaio 2014 e il DM 10 marzo 2015. 
I punti di prelievo per le analisi effettuate nell’area del Parco sono scarsi. 
Occorre aumentare il numero dei punti di prelievo e pubblicare i relativi dati sia per i corsi d’acqua che si scaricano in mare che per gli affluenti dei laghi. 
È necessario proteggere la salute degli utilizzatori, della popolazione e dei consumatori. 
La Provincia, il Comune ma anche l’ASL Latina devono estendere i controlli per individuare i responsabili degli sversamenti. 
Occorre intervenire per salvaguardare l’ambiente e la tutela delle biodiversità. 
Il Comune deve fare la propria parte adottando appositi regolamenti con particolare riguardo all’utilizzo dei prodotti fitosanitari che finiscono per l’inquinare i corsi d’acqua (ad esempio il fiume Sisto a Borgo Vodice). 
In proposito la Corte di giustizia della U.E. Sezione II, 10 gennaio 2006, causa C-98/03 ha condannato la Germania in quanto non aveva previsto norme adeguate sull'uso dei prodotti fitosanitari.
Lago di Paola: Un caso a parte è rappresentato dalle acque di transizione e tra queste dal lago di Paola. 
Molte cose possono essere avviate subito mediante intese tra tutti gli enti interessati: Ente Parco, Provincia, Consorzio di Bonifica, Comune, Società AcquaLatina e Comunione Eredi Scalfati, alcuni dei quali hanno partecipato anche ai lavori del Tavolo Tecnico riunitosi nella primavera scorsa il cui verbale non è stato mai pubblicato e benché più volte richiesto ai sensi del D.lgs 97/2016 non mi è stato consegnato. 
Il lago presenta verso l’interno una serie di 5 anse dette “bracci”; in ciascuno di essi affluiscono alcuni fossi di natura torrentizia (Caprara, Arciglioni, Carnarola, Molella, Capogrosso, ecc.). 
Da alcune analisi effettuate da ARPA Latina nel mese di aprile 2015 è stata accertata la presenza di un elevato valore di fosforo totale inorganico e di tensioattivi ionici, oltre ad Escherichia coli ed Enterococchi. Da altre analisi effettuate nel settembre 2012 erano stati individuati in alcuni tratti elevati valori di azoto totale e la presenza di Rafidoficee, mentre in una zona nei pressi dell’abitato era stata accertata la presenza Streptococchi fecali. 
La cosa è preoccupante se si considera il numero di atleti anche molto giovani che si allenano nel lago.
Non esiste alcun dato relativo alle analisi delle acque del lago sul sito web comunale ma neanche su quello di ARPA Latina in violazione del D.lgs 152/2006. 
A questo proposito desidero evidenziare che: 
a) Sulle rive del lago di Paola sono presenti numerose attività agricole con serre che utilizzano fitofarmaci in maniera intensiva; 
b) Risulta da un atto deliberativo (n.18 del 22 luglio 2015) che il Sindaco ha dichiarato che solamente il 75% delle abitazioni sarebbe allacciato alla rete fognaria (ma non si sa quale sia il valore corrispondente); 
c) Il depuratore è stato progettato e costruito prima del 2000 anche se ha ricevuto un intervento di manutenzione negli anni recenti. 
Quanto sopra è stato da me segnalato al Ministero competente in data 19 settembre 2015 che ha provveduto tempestivamente con lettera del 14 ottobre a chiedere spiegazioni alla Regione, all’Ente Parco e al Comune (che non risulta aver fatto nulla). 
A ciò si deve aggiungere che da quanto appreso di recente per le vie brevi vi sarebbe una probabile immissione di acque grigie nelle condotte di quelle di prima pioggia. 
Appare evidente come il ruolo del Comune su questo punto sia molto importante e pertanto è necessario che vengano avviate procedure per: 
1) Completare la rete fognaria nei borghi, accertare la presenza di perdite e di allacci impropri alla rete delle acque chiare e la funzionalità dell’anello circumlacuale; 
2) Individuare le abitazioni e le attività non allacciate alla rete fognaria e lo stato di realizzazione dei depuratori nelle lottizzazioni adottando i provvedimenti e le sanzioni conseguenti; 
3) Verificare le acque dei fossi per accertare la presenza di inquinanti industriali e la loro provenienza (sembra che sia stato rinvenuto anche gasolio nel braccio della Caprara; anche il fosso Arciglioni apporta acque scure, ecc.); 
4) Riduzione dell’uso dei fitofarmaci in tutto il territorio comunale nel rispetto di quanto previsto dal DM 30 marzo 2015 anche mediante l’adozione di un idoneo regolamento comunale come già fatto da altri Comuni; 
5) Richiedere ad Acqualatina di un attento monitoraggio del depuratore di Belsito che durante il periodo estivo negli ultimi anni ha avuto dei guasti alla condotta di scarico. Il depuratore secondo la società che lo gestisce, avrebbe una capacità di 30.000 abitanti equivalenti (rispetto ad una popolazione residente di circa 20.000) e quindi una residua di carico organico specifico pari a circa 10.000 per abitante equivalente (A.E.). In considerazione dell’aumento della popolazione e del turismo non sarebbe inopportuno valutare un aumento del potenziale dell’impianto. 
6) Verificare il possesso dell’autorizzazione di tutti i pozzi presenti in prossimità del lago o l’eventuale captazione delle acque da parte di soggetti privati. 
La depurazione delle acque del lago di Paola consentirà il ritorno della fauna acquatica e la sua valorizzazione turistica migliorando anche la qualità delle acque di balneazione della zona antistante

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