Tutti sanno che le dune di Sabaudia costituiscono
un Sito di Interesse Comunitario.
Molti conoscono il problema dei varchi chiusi che
impediscono l’accesso dei turisti alla spiaggia nel tratto tra il Ponte
Giovanni XXIII e Torre Paola, cui si aggiunge la questione dei quattordici
sottopassaggi che collegano le ville site dalla parte del lago alla spiaggia.
La Regione Lazio ha approvato negli ultimi due anni
una serie di disposizioni (L. R. 26 giugno 2015 n. 8 e regolamento) relative
all’utilizzazione del demanio marittimo per finalità turistiche che prevedono
nuovi requisiti e caratteristiche per gli stabilimenti balneari nonché per le
spiagge libere (almeno il 50% del litorale) stabilendo anche la salvaguardia
dell’accesso al mare e assicurando nel contempo la trasparenza e la legalità.
Nel frattempo è intervenuta la decisione della Corte di Giustizia europea sulla
nota causa C-67/15 che ha ribadito l’obbligo di applicare la c.d. Direttiva
Bolkestein.
Nella Valutazione Ambientale Strategica allegata al
Piano del Parco approvato dal Presidente dell’ente nel dicembre scorso si legge
che tra gli obiettivi strategici c’è il recupero, la manutenzione e la gestione
del sistema dunale con particolare attenzione al problema dell’erosione
costiera, assicurando anche la pulizia delle dune nonché la gestione
sostenibile dell’arenile.
Tra gli indicatori di pressione è previsto quello
del numero di bagnanti e di frequentatori delle aree dunali, mentre tra gli
indicatori di risultato è prevista la redazione e approvazione di un
Regolamento di fruizione turistico-balneare del sistema dunale, nonché la
sottoscrizione di un accordo di gestione e manutenzione con i Comuni che dovrà
affrontare anche la mobilità, le attività economiche, l’urbanizzazione e la
pulizia.
Per quanto riguarda il noleggio di lettini e
ombrelloni da aree private, da un verbale del tavolo tecnico tra Comune di
Sabaudia ed Ente PNC del dicembre scorso si apprende che i competenti uffici
del parco starebbero verificando la legittimità di dette attività fermo
restando l’espletamento della preventiva valutazione di compatibilità delle
opere in oggetto con le finalità di tutela del sito SIC. A questo proposito è
bene ricordare che la Giunta comunale di Sabaudia aveva inizialmente vietato
l’attività di noleggio di attrezzature balneari su tutte le aree di proprietà
privata, mentre successivamente, nonostante un parere contrario dell’Ente
Parco, la stessa Giunta nel 2010 provvide ad adottare una proposta di
“Regolamento per la disciplina delle attività di noleggio di attrezzature per
la balneazione in aree e locali di proprietà privata sul lungomare del Comune
di Sabaudia”, che però non è stata mai sottoposta al Consiglio comunale.
La situazione accertata alla fine della stagione
2016 vedeva molti varchi chiusi, alcune concessioni (tra le quali una di quelle
comunali) prive di passerella per l’accesso e una notevole riduzione dei tratti
di spiaggia libera nell’area compresa tra il ponte Giovanni XXIII e il Canale
Caterattino, in molti casi accessibili solo via mare.
La Regione Lazio sin dal 2010 ha segnalato al
Comune di Sabaudia che il Piano Utilizzo Arenili approvato nel 1999 è oramai
scaduto, ma fino ad ora è stato solamente affidato un incarico ad un
professionista.
Il Protocollo sottoscritto tra
Presidente dell’Ente Parco e Sindaco sin dal marzo 2009 recava l’impegno da
parte dell’Amministrazione comunale a procedere entro quell’anno ad una
complessiva revisione del PUA, nell’ambito della quale avrebbe dovuto trovare
posto anche il problema dell’accesso alla spiaggia e della fruizione del mare
delle persone diversamente abili inteso come riconoscimento di un diritto e non
come benigna concessione,
A questo proposito risulta che
la passata amministrazione avesse affidato un incarico ad un professionista che
avrebbe da tempo consegnato il proprio lavoro, senza che si sia provveduto ad
approvare il nuovo PUA e ad assegnare le concessioni a termini di legge
In quest’ultimo periodo sono
state pubblicate due interessanti sentenze della giustizia amministrativa in
materia di Piano Utilizzo Arenili, in merito a vertenze che coinvolgevano due
comuni della provincia di Latina.
La prima è del Consiglio di
Stato, Sez. VI, n. 4103/2013:“…Secondo la classificazione delle tipologie di
utilizzazione delle aree demaniali marittime contenuta nel regolamento
regionale 15 luglio 2009 n.11 ( che a tal fine distingue, all’art. 2, tra
stabilimenti balneari, spiagge attrezzate e spiagge libere attrezzate) l’area
antistante il chiosco-bar …è una spiaggia libera attrezzata…quel tratto di
arenile è… assoggettato ad un regime di libera fruibilità da parte del pubblico
degli utenti, salva soltanto la possibilità… di noleggiare le strutture
balneari al pubblico …
La seconda sentenza è del TAR
di Latina, Sez. I n. 652/2013: “…la subordinazione del rilascio di titoli
concessori all’adozione del piano di utilizzazione delle aree demaniali da
parte della delibera G.R. n. 1161 del 2001 – omissis – sia giustificata dall’esigenza
che l’attività di concreta gestione delle aree demaniali abbia luogo
nell'ambito di un contesto preventivamente definito e programmato” (si pensi ad
es. al rilievo dell’equilibrio tra le aree concesse a soggetti privati e gli
arenili liberamente fruibili ex articolo 1, comma 254, della legge 27 dicembre
2006, n. 296).
Sul problema dell’adeguamento
dei canoni è intervenuta anche la Corte dei Conti con la Sentenza 30 marzo
2009, n. 486, riaffermando la necessità di una gestione economica dei beni di
cui all’art. 822 c.c., della quale monitorare gli indici di redditività.
Il nuovo PUA avrebbe dovuto essere approvato prima
delle elezioni nel rispetto delle disposizioni regionali al fine di evitare una
infrazione alle norme comunitarie e in modo da consentire agli operatori di
programmare la stagione turistica.
Purtroppo questo non è avvenuto ed ancora per
questa estate si assiste ad una situazione che non rispetta le disposizioni
regionali e che è fonte di gravissima pressione antropica.
Per quanto riguarda i problema dell’accesso al mare
delle persone diversamente abili sarebbe necessario verificare le concessioni
esistenti alcune delle quali prevedono quest’obbligo che però non viene
rispettato; nel caso in cui dagli accertamenti effettuati emergesse una
omissione ci si troverebbe nella necessità di adottare i provvedimenti
sanzionatori del caso.
Senza dubbio in un prossimo futuro (comunque è
opportuno che ciò avvenga entro il 31 dicembre) gli operatori balneari saranno
chiamati ad esprimere il loro parere sul nuovo PUA, ma sarebbe il caso che
fossero coinvolti anche i cittadini che poi sono i fruitori dell’arenile,
utilizzando l’istituto del débat public
introdotto dal nuovo Codice dei contratti.
Tenuto conto del fatto che oltre il 90% del turismo
di Sabaudia è costituito da quello balneare la predisposizione del nuovo PUA
assume una importanza rilevante per lo sviluppo di tutte le attività peraltro
sempre nel rispetto dell’ambiente e della qualità.
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