Avevo appena tre anni quel 2 giugno 1946, quando i miei genitori votarono anch'essi per la Repubblica.
Ben 12.717.923 (54,3%) cittadini furono favorevoli alla repubblica e 10.719.284 (45,7%) votarono per la monarchia.
Per la prima volta votarono le donne che furono la maggioranza:
ben 12.998.131 rispetto agli 11.949.056 uomini e che molto probabilmente contribuirono fortemente al successo della repubblica.
La vittoria non fu senza strascichi e a Napoli, rimasta molto legata a Vittorio Emanuele III (che era stato fatto nascere lì proprio per cercare di rafforzare l'Unità d'Italia, gli era stato conferito anche il titolo di principe di Napoli), ci furono degli scontri e la Polizia sparò contro i monarchici uccidendone alcuni.
A livello di governo, per timore di altre sommosse si cercò di mantenere un livello morbido e così il primo Presidente fu De Nicola, napoletano e stimato dagli ambienti monarchici.
La vittoria non fu senza strascichi e a Napoli, rimasta molto legata a Vittorio Emanuele III (che era stato fatto nascere lì proprio per cercare di rafforzare l'Unità d'Italia, gli era stato conferito anche il titolo di principe di Napoli), ci furono degli scontri e la Polizia sparò contro i monarchici uccidendone alcuni.
A livello di governo, per timore di altre sommosse si cercò di mantenere un livello morbido e così il primo Presidente fu De Nicola, napoletano e stimato dagli ambienti monarchici.
Contestualmente ci furono anche le elezioni per l'Assemblea costituente. I voti riportati dai giornali di quel giorno (ma ancora non definitivi) ponevano in testa i tre partiti di massa:
Democratici cristiani 962.275
Comunisti : 868.695
Socialisti: 856.663
Repubblicani: 188.770
Uomo qualunque: 162.025
Unione democratica: 149.557
Come si vede l'elettorato non corrisponde certamente a quello odierno. Quel risultato segnò per molti anni la politica nazionale e le scelte dei governi che guidarono l' Italia in quegli anni difficili, ma anche delle opposizioni.
A distanza di settanta anni l'Italia è cambiata molto, da Paese ancora prevalentemente agricolo a nazione postindustriale, con tutti problemi conseguenti.
Da Paese sconfitto ad una delle prime Nazioni del G7.
Problemi ce ne sono ancora tantissimi, permangono vecchie e nuove diseguaglianze e troppi rimangono indietro, sono senza lavoro, o lasciano la terra che gli ha dato i natali che non è stata in grado di dargli un lavoro o di riconoscere i loro meriti.
Quello che mi amareggia ancora oggi è la "Questione meridionale" nata con l'Unità d'Italia e mai risolta, nonostante le chiacchiere di molti.
Il pensiero corre anche alla nostra grundnorm: la Costituzione che fu predisposta dai membri della Costituente eletti quel giorno e che, sia pur con alcune modifiche ci ha accompagnato fino ad oggi, anche se inattuata in molti punti.
Sarebbe ora che invece di pensare al profitto tutti si adoperassero per ritornare allo spirito di quei giorni e si rimboccassero le maniche per ricostruire questa nostra società che mostra fratture troppo evidenti per restare inerti.
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