Una sentenza della Corte di Giustizia europea, emessa nel dicembre 2014, ha condannato l’Italia al pagamento di una somma forfettaria iniziale di 40 milioni di euro e a penalità finanziarie semestrali fino al completo superamento della situazione di non conformità alla normativa europea delle discariche abusive situate su tutto il territorio.
In tutta Italia si tratta di ben 188 siti abusivi ed inquinati.
Per dare esecuzione alla sentenza, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha provveduto, nel corso del 2015, a pagare l’importo della sanzione di 40 milioni di euro (oltre a 85.589,04 euro a titolo di interessi di mora) e della prima penalità semestrale pari a 39.8 milioni di euro, a titolo di anticipazione, per poi rivalersi a carico delle Amministrazioni responsabili delle violazioni accertate dalla Corte di Giustizia europea.
In base alla sentenza, si attribuisce una penalità di 400.000 euro per le discariche contenenti rifiuti pericolosi e 200.000 euro per quelle con rifiuti non pericolosi.
In molti casi, riferisce il ministro dell’Ambiente, i termini imposti con le diffide sono scaduti e le Amministrazioni interessate non hanno avviato o completato le attività prescritte e quindi ha minacciato denunce alla Corte dei Conti.
La legge 208/2015 (legge di stabilità 2016) prevede il diritto di rivalsa dello Stato nei confronti delle amministrazioni locali, per quanto riguarda le violazioni normative che hanno determinato le sentenze di condanna in sede europea.
Secondo l’articolo 1, comma 813, della suddetta legge è infatti previsto che “a fronte dei pagamenti effettuati, il Ministero dell’economia e delle finanze attiva il procedimento di rivalsa a carico delle amministrazioni responsabili delle violazioni che hanno determinato le sentenze di condanna, anche con compensazione con i trasferimenti da effettuare da parte dello Stato in favore delle amministrazioni stesse”.
L'ANCI si è attivata subito e il Presidente Fassino ha scritto da tempo una lettera al Ministero per sollecitare un intervento chiarificatore sostenendo che non sia rispondente a verità che le colpe sono sempre dei Comuni.
Finalmente in questi giorni (26 maggio) , a seguito della riunione della Conferenza Unificata del 26 marzo scorso il Ministero dell'economia e delle finanze ha scritto una lettera in cui, pur ribadendo il contenuto dell'art. 250 del D.lgs 152/2006 è stata accolta la richiesta di sospendere la decorrenza del termine per la rivalsa da parte dello stesso MEF di 90 giorni, al fine di definire caso per caso la responsabilità solidale di Comuni e Regioni anche alla presenza di numerosi siti di interesse nazionale (c.d. SIN).
Nessun commento:
Posta un commento