mercoledì 4 maggio 2016

Sabaudia: l'ultimo atto

Ieri sera a Sabaudia si è consumato l'ultimo atto della tragicommedia intitolata: "Mozione di sfiducia al Sindaco, ai sensi dell'art. 52  D.lgs 267/2000 e de'art. 32 dello Statuto comunale".
Dico subito che è finita con nove voti a favore e che così la mozione è passata.
Ma non è stata una serata esaltante per la democrazia di questa città.
Come in ogni matrimonio che si rispetti sono volati - anche se solo metaforicamente - i piatti.
Era iniziata alle 19:30 con l'appello fatto dalla Segretaria generale: tutti presenti tranne Schintu per asseriti problemi di lavoro.
Un pubblico delle grandi occasioni affollava - anche oltre il consentito - la sala.
Il Sindaco Lucci ha attirato subito l'attenzione dell'assemblea con un intervento in cui, dopo aver cercato di dimostrare i danni che l'interruzione della consiliatura avrebbe potuto portare alla città anche a causa dell'approssimarsi della stagione estiva, ha iniziato prima a fare un lungo elenco delle cose che gli sarebbero state chieste dai rappresentanti di Fratelli d'Italia e alle quali avrebbe risposto di no e poi  con una serie di attacchi ai vari componenti del gruppo, rei di aver spaccato la coalizione, rinfacciando alcune questioni personali; è seguito l'intervento del consigliere Giuliani che ha proseguito anch'egli con attacchi ad alcuni degli ex membri della maggioranza e all'ex assessore Gelardi.
Attacchi che sono stati prontamente rispediti al mittente anche - in qualche caso - con minaccia di querele.
Sono poi scesi in campo i rappresentanti della minoranza: Mignacca, Pastore, Secci, Amedeo Bianchi ed infine la Gervasi ripercorrendo tutte le numerose e talora gravi problematiche gestionali sollevate in questi anni e lasciate sul tappeto dalla maggioranza: dalla gara dei parcheggi, alla gestione del patrimonio (tra cui l'ex calcetto di via Arezzo) al nuovo centro commerciale, agli affidamenti diretti, al frazionamento delle forniture, ecc. 
Alla fine, prima delle dichiarazioni di voto ha voluto riprendere la parola Lucci parlando anche del bilancio di previsione 2016, non ancora pubblicato, con cui sarebbero state ridotte alcune aliquote; una affermazione ridicola dato che , non essendo stato approvato entro il 30 aprile (non risulta neanche pubblicata la delibera di Giunta né tanto meno trasmessa alla presidenza del Consiglio) , per legge sono confermate le vecchie aliquote. Se avesse voluto veramente ridurre le tasse avrebbe dovuto far iscrivere il punto all'ordine del giorno del 30 aprile insieme al rendiconto del 2015 e forse avrebbe avuto qualche chance per salvare la situazione.
Dopo il suo lungo intervento,  Lucci è uscito e con lui la sua corte, oltre a parte del pubblico.
Nelle dichiarazioni di voto i rappresentanti di Fratelli d'Italia hanno ribadito di aver solo chiesto, sin dall'inizio solamente rispetto e condivisione delle scelte, due cose che nonostante le ripetute promesse, non sono state mai mantenute. 
La votazione finale si è svolta quindi dopo ben tre ore di acceso dibattito con un Consiglio ridotto solamente ai nove che poi hanno votato a favore della mozione e con il presidente Avvisati che però non ha partecipato alla votazione.
Finisce così dopo venti anni la gestione delle destre del nostro Comune.
Tenuto conto degli stracci che sono volati durante la discussione non è escluso che ci possano essere degli strascichi giudiziari.
Ora la parola spetta al prefetto per la nomina del commissario che dovrà gestire il Comune fino alle prossime elezioni amministrative che si terranno nella primavera del 2017.
Mi auguro che si tratti di persona competente che possa mettere ordine nella macchina comunale, innovandola e mettendola in condizione di corrispondere alle attese dell'intera comunità.  

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