Ieri il CENSIS ha organizzato un interessante convegno intitolato "L'integrazione nella società molecolare" Sono intervenuti il Presidente del Censis Giuseppe De Rita e la responsabile di ricerca Anna Italia, Mariano Bella, Direttore dell'Ufficio Studi di Confcommercio, Franco Pittau, Presidente onorario del Centro Studi e Ricerche Idos, Camillo Ripamonti, Presidente del Centro Astalli, e Maria Assunta Rosa, Responsabile del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (Fami) del Ministero dell'Interno.
per parlare della integrazione degli immigrati in Italia. Sono stati portati molti conti da cui si rileva che avremmo il 20% di bambini nati in meno nell'ultimo anno, una scuola pubblica con 35.000 classi e 68.000 insegnati in meno, saremmo senza 693.000 lavoratori domestici e 449.000 imprese. I numeri del modello di integrazione italiano che funziona.
Tutti segnali di quel modello di integrazione dal basso, diffuso sul territorio che ha portato oltre 5 milioni di stranieri (che rappresentano l'8,2% della popolazione complessiva), appartenenti a 197 comunità diverse, a vivere e a risiedere stabilmente nel nostro Paese e che, alla prova dei fatti, ha mostrato di funzionare bene e di non aver suscitato i fenomeni di involuzione patologica che si sono verificati altrove in Europa, dove i territori ad altissima concentrazione di immigrati sono esposti a più alto rischio di disagio.
I problemi maggiori sono al sud con una presenza di stranieri molto elevata: Olbia in Sardegna, con il 9,7% di residenti stranieri, e Vittoria in Sicilia, con il 9,1%.
Brescia e Milano sono i due comuni italiani con più di 50.000 residenti che presentano la maggiore concentrazione di stranieri, che però in entrambi i casi è pari solo al 18,6% della popolazione. Seguono Piacenza, in cui gli stranieri rappresentano il 18,2% dei residenti, e Prato con il 17,9%
Qui trovate il video dell'evento:
https://www.youtube.com/watch?v=m17JdjPslVE
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https://www.youtube.com/watch?v=m17JdjPslVE
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