venerdì 30 settembre 2016

OCCORRE FARE DI PIU' PER CONTRASTARE LA CORRUZIONE


In base ad una recentissima indagine svolta dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it Magazine dell’ Associazione Contribuenti Italiani, l’Italia è  il Paese europeo con la più alta corruzione, ed è cresciuta del 69% nel periodo febbraio 2012 – febbraio 2013, raggiungendo un giro d’affari di 64MLD di euro all’anno. 
Lo riporta il sito www.negoziopeleimprese.it.
Dopo l’Italia, nella lista nera figurano la Bulgaria con +66%, la Romania con +63%, l’Ungheria con + 55%, la Polonia con +51%, la Slovenia con +46%, il Portogallo con +43%, la Spagna con + 42%, Cipro con +40% e l’Estonia con + 38%. Fanalino di coda la Francia con + 12%, l’Austria con + 12%, la Germania con +10%, il Lussemburgo con + 8%, l’Olanda con +5%, la Norvegia con +1%, la Svezia con -2%, la Norvegia con -5%, chiude la Danimarca con -12%.
A livello territoriale, in Italia la corruzione è aumentata del +73% nel Nord Est, del +70% nel Centro, del +68% nel Nord Ovest, del +65% nel Sud e del +62% nelle Isole.
Non si può parlare di sviluppo economico se non viene fatto di più per contrastare a tutti i livelli la corruzione e sradicare questa malaerba dalla pubblica amministrazione.
Il danno creato dalla corruzione alla nostra economia comporta  costi insostenibili per le imprese italiane ed allontana gli  imprenditori stranieri dall’investire nel nostro Paese.

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