Lunedì si è tenuto un nuovo incontro tra i Sindaci dei sette Comuni della provincia di latina sede di un Punto di primo intervento e il Commissario straordinario della ASL Latina per esaminare la situazione alla luce delle disposizioni contenute nel più volte citato D.I. 70/2015 che al punto 9.1.5 prevede la trasformazione dei queste importantissime strutture dell'emergenza sanitaria in in postazioni medicalizzate del 118 entro un arco temporale predefinito, implementando l’attività territoriale al
fine di trasferire al sistema dell’assistenza primaria le patologie a bassa
gravità e che non richiedono trattamento ospedaliero secondo protocolli di
appropriatezza condivisi tra 118, DEA, hub o spoke di riferimento
e Distretto. La norma citata prevede inoltre il mantenimento per un periodo di tempo limitato nella
località in cui era presente un ospedale riconvertito in altra struttura, di un
Punto di Primo Intervento, operativo nelle 12 ore diurne e presidiato dal
sistema 118 nelle ore notturne.
Da quanto appreso per le vie brevi nell'incontro non si è arrivati ad una decisione in quanto tutti gli intervenuti (per Sabaudia era presente il Commissario straordinario dott. Quarto) hanno manifestato la loro contrarietà e vive preoccupazioni per l'eventuale attuazione del decreto in questione in considerazione della numerosità della popolazione ma anche delle distanze spesso notevoli tra i centri interessati ed i servizi di pronto soccorso che rimarrebbero aperti e che già oggi sono in gravi difficoltà ad accogliere i pazienti creando lunghissime file e ritardi nel prestare soccorso.
A ciò si aggiunga il fatto che nessuno in regione si è posto il problema di cosa potrebbe accadere la notte durante il periodo in cui l’ambulanza della postazione fissa sarà occupata talora per molto tempo presso il
Pronto Soccorso dell’ospedale più vicino.
Sembrerebbe così che il Commissario straordinario della ASL abbia recepito tutte le osservazioni presentate dai Sindaci e si sia riservato di approfondire la questione per ognuno dei Comuni interessati che presentano naturalmente le loro specificità (sia quelli di area montana che quelli del litorale).
Ma sembrerebbe che la regione stia facendo macchina indietro anche per altre situaizioni come quella del CTO di Roma, quello che era un ospedale regionale specializzato per l'ortopedia e la traumatologia gestito dall'INAIL in modo egregio ed aveva quindi un pronto soccorso specializzato si ritrova anch'esso oggi ad avere un PPI a rischio, ma dopo le vive proteste della popolazione sembra che lo stesso coordinatore della cabina di regia del SSR regionale abbia promesso che quel presidio non solo non verrà chiuso, ma che sarà potenziato.
Così esiste un illustre precedente.
La questione non riguarda solo il Lazio, così si moltiplicano le proteste in ogni parte d'Italia contro un provvedimento privo di senso che mette a rischio la vita delle persone.
Per il presidio di via Conte Verde come molti ricorderanno a suo tempo ho raccolto moltissime firme per trasformarlo in una Casa della salute con servizio di continuità assistenziale H24, tutti gli specialisti medici necessari, il potenziamento del consultorio familiare e del TSRMEE, il miglioramento del Centro di salute mentale, l'aumento dell'orario del servizio di radiologia, un incremento del personale amministrativo per rispondere alle richieste di una popolazione che oggi supera i 20.000 abitanti, ecc.
In quest'ottica la presenza del PPI è indispensabile.
Naturalmente seguirò ancora la cosa e vi terrò informati.
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