sabato 29 ottobre 2016

L'UPB E IL BILANCIO DI GENERE

L’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) ha realizzato un  documento per evidenziare le principali caratteristiche e problematiche connesse con il bilancio di genere, alla luce della sperimentazione di questo strumento a livello nazionale recentemente rilanciata nell’ambito della riforma della struttura del bilancio dello Stato.
Da quanto si legge nel comunicato nonostante i progressi realizzati negli anni più recenti, l’Italia continua a essere tra i paesi caratterizzati da elevati divari di genere: bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro, minore tasso di occupazione, segmentazione orizzontale e verticale, scarsa presenza nelle posizioni apicali delle imprese quotate e dei governi locali.
Il documento elaborato fornisce una descrizione sintetica di cosa si intende per bilancio di genere, sottolineando che non si tratta, come spesso erroneamente considerato, di una nuova forma di bilancio che si aggiunge a quelle esistenti, ma soprattutto di un’analisi di impatto con ottica di genere delle politiche pubbliche.
L’analisi si sofferma sull’esperienza italiana realizzata soprattutto a livello locale, illustrando i principali recenti riferimenti normativi e le caratteristiche e i modelli prevalenti nei tentativi di bilancio di genere realizzati nel nostro Paese. Nell’ambito di questa rassegna, emerge un quadro frammentario e discontinuo in cui il gender budgetingconsiste, in molti casi, in poco più di una analisi di contesto. Solo sporadicamente si registrano forme di coordinamento tra le varie realtà amministrative e quasi sempre le singole analisi di genere non sono confluite in un progetto più ampio che interessi l’intera Amministrazione, non essendo finora previste linee-guida comuni generalmente valide.
Sempre seocndo lì'UPB la quantificazione dell’impatto degli interventi pubblici sul divario di genere e su altre forme rilevanti di disuguaglianza, assumerebbe maggiore efficacia se effettuata nel contesto di una valutazione complessiva e sistematica,  delle politiche pubbliche, nell’ambito di un bilancio orientato alla performance. Affinché il bilancio di genere non si traduca in un esercizio contabile, l’analisi andrebbe concentrata soprattutto in quei settori in cui è più evidente una disparità di genere, attraverso lo sviluppo di indicatori specifici di risultato, in grado anche di indirizzare le politiche pubbliche. È opportuno altresì coordinare la sperimentazione sul bilancio di genere con le altre iniziative in corso relative all’uguaglianza di genere, soprattutto con riferimento all’applicazione degli indicatori di benessere (BES) e all’attuazione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
La realizzazione del bilancio di genere richiede, tuttavia, la disponibilità di dati tempestivi, di qualità elevata, armonizzati a livello nazionale e coerenti con quelli sovranazionali, per individuare le macroaree di intervento e monitorare i progressi realizzati.
Dato che tra breve anche i Comuno saranno chiamati a predisporre il bilancio di previsione sarebbe il caso che cominciasero a pensare a questa nuova opportunità.
Il documento lo trovate qui:

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