Entro il 2030, almeno il 32% dell'energia consumata in Europa dovrà provenire da fonti rinnovabili. E' quanto stabilisce l'accordo raggiunto tra Parlamento europeo, Commissione e Consiglio Ue, che hanno dato il via libera a due delle otto proposte legislative del pacchetto Energia pulita per tutti (messo sul tavolo dall'esecutivo comunitario nel novembre 2016).
Anche i Comuni dovranno fare la loro parte, ma solo alcuni si sono attivati.
Anche i Comuni dovranno fare la loro parte, ma solo alcuni si sono attivati.
Il nuovo quadro normativo prevede un obiettivo vincolante di energia rinnovabile per l'Ue per il 2030 del 32%, con una clausola di revisione al rialzo entro il 2023. Si tratta di una soglia ben più alta di quella avanzata da Commissione e Consiglio, ossia del 27%. L'innalzamento dell'asticella è avvenuto grazie alle pressioni del Parlamento europeo. "Abbiamo sostanzialmente migliorato la proposta iniziale - dice l'eurodeputato socialdemocratico José Blanco - Il compromesso include anche una clausola di revisione nel 2023 per riaggiustare il target del 32% verso l'alto in caso di sostanziali riduzioni dei costi nella produzione di energia rinnovabile o, se necessario, per soddisfare i nuovi obblighi internazionali sui cambiamenti climatici".
Nell'accordo sono stati eliminati "oneri e tasse sull'energia auto-consumata fino al 2026" ed è stato sancito "il diritto alla retribuzione a valori di mercato per l'energia rinnovabile autoalimentata immessa nella rete". Infine, sono state introdotte semplificazioni alle procedure amministrative per i progetti di energia rinnovabile, "accelerando i tempi per ottenere i permessi necessari al rilascio delle autorizzazioni e istituendo sportelli unici per dare al promotori dei progetti un unico punto di contatto per l'intero processo di rilascio delle autorizzazioni", spiega ancora Blanco.
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