La Costituzione prevede che la Repubblica tuteli la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.
Quaranta anni fa, nel 1978, fu approvata la legge 833 con cui fu data attuazione all’art. 32 della Costituzione istituendo il Servizio Sanitario Nazionale.
Il servizio sanitario nazionale nell'ambito delle sue competenze avrebbe dovuto perseguire:
a) il superamento degli squilibri territoriali nelle condizioni socio‐sanitarie del paese;
b) la sicurezza del lavoro, con la partecipazione dei lavoratori e delle loro organizzazioni, per prevenire ed eliminare condizioni pregiudizievoli alla salute e per garantire nelle fabbriche e negli altri luoghi di lavoro gli strumenti ed i servizi necessari;
e) le scelte responsabili e consapevoli di procreazione e la tutela della maternità e dell'infanzia, per assicurare la riduzione dei fattori di rischio connessi con la gravidanza e con il parto, le migliori condizioni di salute per la madre e la riduzione del tasso di patologia e di mortalità perinatale ed infantile;
d) la promozione della salute nell’età evolutiva, garantendo l'attuazione dei servizi medico‐scolastici negli istituti di istruzione pubblica e privata di ogni ordine e grado, a partire dalla scuola materna, e favorendo con ogni mezzo l'integrazione dei soggetti handicappati;
e) la tutela sanitaria delle attività sportive;
f) la tutela della salute degli anziani, anche al fine di prevenire e di rimuovere le condizioni che possono concorrere alla loro emarginazione;
g) la tutela della salute mentale, privilegiando il momento preventivo e inserendo i servizi psichiatrici nei servizi sanitari generali in modo da eliminare ogni forma di discriminazione e di segregazione, pur nella specificità delle misure terapeutiche, e da favorire il recupero ed il reinserimento sociale dei disturbati psichici.
A distanza di tanti anni è opportuno fare il punto sullo stato di attuazione della riforma che purtroppo negli anni ha subito molti attacchi da parte dei potenti interessi economici che si erano ritenuti danneggiati dalla riforma.
Purtroppo invece di ridurre le disuguaglianze queste sono aumentate sia a livello territoriale che in ragione della disponibilità economica dei cittadini.
Negli ultimi anni le prestazioni pagate out of pocket hanno raggiunto livelli mai visti.
Pur essendo presenti molte strutture ospedaliere di eccellenza l’assistenza territoriale stenta ancora a decollare e in molte regioni mancano strutture adeguate come le case della salute per l’integrazione socio sanitaria.
A nulla sono valsi gli interventi rivolti da più parti per sensibilizzare i responsabili.
Cominciano a mancare i medici di base e i pazienti cronici faticano a trovare risposte alla loro domanda di assistenza.
Occorre che il nuovo governo intervenga per ripristinare gli obiettivi originari non solo aumentando il Fondo Sanitario Nazionale ma garantendo in maniera concreta ai cittadini senza distinzione alcuna la completa fruibilità di tutti i servizi.
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