Il caso della nave LIFELINE
L'art. 11 della Costituzione afferma che la Repubblica promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte ad assicurare la pace e la giustizia tra le Nazioni.
L'impegno che si è assunto la nostra
Repubblica, fin dalla sua nascita, è stato di partecipare alla creazione di un ordinamento
mondiale più giusto, che potesse esprimere quei valori fondamentali, considerati come
cardine della vita democratica. In tale prospettiva, l'Italia aderisce all'Organizzazione delle
Nazioni Unite, nel dicembre del 1955.
L'ONU, costituitosi ufficialmente il 24 ottobre
del 1945 sulla disciolta Società delle Nazioni, ha nel suo statuto, come programma,
quello di garantire alle nazioni del mondo, la pace e il progresso della democrazia
come pure l'affermazione del rigoroso rispetto per i diritti e le pari dignità di tutti gli
stati, sia grandi che piccoli.
L'articolo 11 della Costituzione fu scritto e pensato anche per consentire l'adesione
dell'Italia all'ONU che richiedeva, come condizione essenziale per tale adesione, che
lo stato si fosse dichiarato “amante della pace.”
Questo articolo si configura come
essenziale anche per l'adesione alla Comunità Europea (1951 - anno di nascita della
Comunità Europea e 1957 - Trattato di Roma). Nel preambolo della Carta dei Diritti
fondamentali dell'Unione Europea, proclamata in occasione del Consiglio di Nizza del 7
dicembre 2000, si dichiara che i popoli europei, nel creare tra loro un'unione sempre
più stretta, hanno deciso di condividere un futuro di pace fondato su valori comuni.
Sarebbe forse opportuno che qualche membro del governo rileggesse questo articolo.
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