martedì 5 giugno 2018

IL CODICE DEI CONTRATTI SOTTO I RIFLETTORI DEL NUOVO GOVERNO E DEI COMUNI

Nel discorso di insediamento del nuovo Presidente del Consiglio non mancano i riferimenti al Codice dei contratti e al desiderio di modificarlo per renderlo più snello, traspare naturalmente l'impostazione di chi vede le cose dal punto di vista del legale.
Sembra che questo intervento faccia eco ad una indagine condotta di Legautonomie secondo cui il Codice non soddisferebbe i comuni, soprattutto quelli più piccoli che lamentano scarsa semplificazione e difficoltà nel fare ricorso alle centrali uniche appaltanti, con il risultato che, lungi dal riordinare la materia delle gare pubbliche in ottica trasparenza, il D.lgs 50/2016 avrebbe prodotto - a loro dire - procedure farraginose che hanno causato la mancata ripresa degli investimenti. 
Gli enti si sono lamentati soprattutto delle Centrali Uniche di Committenza, le famose CUC: il 47% degli intervistati ritiene, infatti, l’esperienza positiva a fronte di un 42% che la ritiene negativa. 
I Sindaci lamentano il fatto che i Comuni siano sottoposti al controllo dell’Anac, le cui funzioni non avrebbero migliorato il quadro di riferimento, anche gli operatori economici protesterebbero per  l'essere stati sottoposti anch’essi  a una serie infinita di controlli in sede di gara.
L’indagine fa emergere anche un altro dato: la richiesta di aiuto nei confronti degli enti di minore dimensione demografica, spesso in difficoltà con le nuove procedure. 
Un aiuto che, secondo Legautonomie potrebbe essere offerto ai mini-enti dalle province che mantengono infatti tra le proprie funzioni fondamentali quella dell’assistenza tecnica e amministrativa agli enti locali.Secondo quanto emergerebbe dall'indagine di Legautonomie La normativa sui contratti pubblici dovrebbe tornare alla sua funzione naturale, ossia regolare le procedure di affidamento al fine di selezionare l’offerta più competitiva e non diventare, invece, uno strumento attraverso cui controllare la corruzione.
Il problema è che per una serie di motivi, tra i quali anche la caduta del Governo, manca ancora una lunga serie di provvedimenti di attuazione del Codice.
Sembra che volendo approfittare del cambiamento di Governo ci sia una confluenza di interessi (non tutti apprezzabili) tra Sindaci e imprenditori  per "alleggerire" il Codice dei contratti tornando al passato ed eliminando ad esempio proprio la riqualificazione delle stazioni appaltanti il cui provvedimento è stranamente ancora fermo al palo...
Sarà interessante sentire cosa ne penserà il Presidente dell'ANAC Cantone.
Qui trovate il link della seduta al Senato con il Discorso del Presidente Conte

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