domenica 3 giugno 2018

L'ATTUALITA' DELL'ULTIMO DISCORSO DI MATTEOTTI

Il 30 maggio 1924 Giacomo Matteotti pronunciò alla Camera dei deputati il suo ultimo discorso.
La Camera dei deputati, riunita sotto la presidenza dell'on.le Rocco, era stata convocata per la convalida degli eletti ma subito l'on.le Presutti chiese il rinvio ad altra seduta di tale convalida per poter esaminare alcune proteste. 
Intervenne subito anche l'on.le Modigliani per sostenere la stessa tesi.
Infine prese la parola l'on.le Matteotti il cui discorso costituisce, oltre che un duro attacco ai suoi avversari politici, un esempio un piccolo gioiello di analisi storico-politica. 
Nel corso del suo intervento il deputato del Partito socialista unitario accusò esplicitamente il regime fascista - che andava gradualmente estendendo la sua influenza nel paese dopo il successo elettorale dello stesso anno - di violenze, intimidazioni e frodi, sia nel corso della campagna elettorale sia durante le operazioni di voto nei seggi. 
Il fascismo, nel corso del biennio 1922-24, aveva operato su un doppio binario: uno legale ed uno relativamente clandestino e illegale. Da un lato il gabinetto Mussolini cercava l’accordo con le forze politiche di centro-destra, liberali e cattolici; dall’altro operava, grazie alla sua milizia, con interventi violenti ed intimidatori, contro gli esponenti dei partiti di opposizione. In questo clima si giunse allo scioglimento della Camera, il 28 gennaio 1924. Le nuove elezioni furono regolate dalla legge-Acerbo, legge elettorale che consentiva alla lista che avesse conseguito almeno il venticinque per cento dei suffragi di ottenere in Parlamento i due terzi dei seggi. 
Palese era - dunque - lo scopo di rafforzare in maniera decisiva il nuovo potere fascista. Del “listone” presentato dal Pnf fecero parte anche uomini politici esterni allo stesso Pnf, che confidavano di smussare le asperità del movimento capeggiato da Mussolini e di ricondurlo su un piano di normalità costituzionale. 
Sull’altro fronte i partiti dell’opposizione si scontrarono circa l’opportunità di prendere parte o meno alla tornata elettorale. Particolarmente duro fu lo scontro tra il Psu dello stesso Matteotti ed il Pcd’I di Togliatti, Gramsci, Terracini: i primi erano contrari alla partecipazione, i secondi favorevoli, per non lasciar campo libero al fascismo. 
La campagna elettorale fu di una violenza inaudita, caratterizzata dagli interventi pesanti delle squadracce fasciste. E di questo clima rovente si fece testimone Matteotti nel suo discorso che, tra l’altro, fu l’ultimo che pronunciò prima del suo assassinio, avvenuto il 10 giugno 1924. L’intervento si svolse in un’atmosfera rissosa, caratterizzata da attacchi ad personam, a opera dei principali esponenti del Pnf, a partire da Roberto Farinacci. Matteotti proseguì comunque nel suo discorso, apostrofando, spesso con ironia, le accuse e le invettive dei fascisti. Nel corso del suo intervento, più volte interrotto, egli chiese, in primo luogo, la non convalida delle elezioni del 6 aprile, proprio in ragione delle violenze che ne avevano caratterizzato lo svolgimento. A tale proposito ricordò fatti di gravità eccezionale, a partire dalle minacce contro i notai che avessero autenticato le firme necessarie per la presentazione delle liste e dai sequestri, ad opera della milizia, dei fogli con le firme già autenticate. 
Minacce – accusava- arrivavano addirittura a coloro che avevano intenzione di candidarsi alle elezioni. A tal proposito Matteotti portò l’esempio dell’onorevole Piccinini, assassinato per aver accettato la candidatura.
Purtroppo il discorso di Matteotti venne interrotto più volte da farinacci ed altri ma egli riuscì a concludere affermando, tra gli applausi dell'estrema sinistra:  "Voi volete ricacciarci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano  al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni".  
Alla fine la proposta di Matteotti fu respinta sulla base dell'intervento dell'on.le Casertano presidente della giunta delle elezioni.
Giacomo Matteotti venne assassinato pochi giorni dopo: il 10 del mese di giugno dello stesso anno. 
L'originale del verbale è reperibile sugli Atti parlamentari:

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