venerdì 1 giugno 2018

IL NUOVO GOVERNO E LA SPENDING REVIEW. ENTRO IL 31 MAGGIO IL GOVERNO AVREBBE DOVUTO....

Al fine di potenziare l’approccio top-down della programmazione finanziaria e realizzare un maggior grado di strutturazione e sistematicità del processo di revisione della spesa, l’articolo 22-bis della legge 196/2009, come introdotto dall’articolo 4, comma 1 del decreto legislativo 90/2016, ha previsto l’introduzione dell’attività di spending review nel ciclo di bilancio.
In particolare il  decreto legislativo del 12 maggio 2016, n. 90 reca «Completamento della riforma della struttura del bilancio dello Stato, nel rispetto dei criteri e principi direttivi dell'art. 40, comma 2, lettera h) e lettera i) della legge 31 dicembre 2009, n. 196»
A sua volta l'art. 22-bis della legge 31 dicembre 2009, n. 196, introdotto dall'art. 4 del citato decreto legislativo del 12 maggio 2016, n. 90 e successive modificazioni, dispone che nell'ambito del contributo dello Stato alla definizione della manovra di finanza pubblica, sulla base degli obiettivi programmatici indicati nel Documento di economia e finanza e di quanto previsto dal cronoprogramma delle riforme indicato nel suddetto documento programmatico, entro il 31 maggio di ciascun anno, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, siano definiti obiettivi di spesa per ciascun Ministero.
Il predetto art. 22-bis,  specifica che tali obiettivi sono riferiti al successivo triennio e possono essere definiti in termini di limiti di spesa, comprendendo in essi anche eventuali risorse aggiuntive rispetto a quelle previste a legislazione vigente, e di risparmi da conseguire, anche tenendo conto delle eventuali ulteriori iniziative connesse alle priorità politiche del Governo.
Il nuovo processo è stato attuato per la prima volta nel 2017 con riferimento al triennio di programmazione 2018-2020. 
L’obiettivo complessivo, stabilito dal DEF 2017 in almeno un miliardo di euro per ciascun anno di risparmi strutturali di spesa in termini di indebitamento netto, è stato ripartito tra i Ministeri con il DPCM del 28 giugno 2017. Lo stesso provvedimento ha previsto che le proposte di riduzione della spesa, definite con il disegno di legge di bilancio 2018-2020, dovevano operare attraverso: 
i) la revisione di procedure amministrative o organizzative per il miglioramento dell’efficienza; 
ii) il definanziamento di interventi già previsti; 
iii) la revisione dei meccanismi o parametri che regolano l'evoluzione della spesa, determinati sia da leggi sia da altri atti normativi, ovvero la soppressione di disposizioni normative di spesa vigenti in relazione alla loro efficacia o priorità. 
Le spese per investimenti fissi lordi, calamità naturali ed eventi sismici, immigrazione e contrasto alla povertà, ritenute prioritarie dal Governo, sono state escluse dall’ambito di intervento. 
Le proposte di riduzione della spesa avanzate dai Ministeri, formulate in coerenza con l’obiettivo specifico di ciascun Ministero, sono confluite definitivamente nella legge di bilancio 2018-2020. 
Tenuto conto che il Documento di Economia e Finanza 2018 (DEF) predisposto dal Governo Gentiloni ha conservato l'impostazione precedente ma è mancata l'adozione del nuovo DPCM (che come detto avrebbe dovuto essere approvato entro il 31 maggio 2018) il nuovo Governo si troverà già con una serie di adempimenti urgenti da fronteggiare....
Così anche se il prof. Cottarelli non è non nuovo Governo si dovrà affrontare comunque la spending review....

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