La riforma in atto della pubblica amministrazione avviata con al L. 124/2015 comincia a far vedere i primi timidi provvedimenti, alcun infatti sono solo dei testi unici, una raccolta delle leggi preesistenti e quindi privi di valore innovativo. Uno dei punti dolenti lasciati sul terreno dalla precedente riforma operata con il D.lgs 150/2009 (c.d. riforma Brunetta) riguardava proprio il sistema di valutazione della dirigenza in quanto oltre a introdurre il nuovo Organo Indipendente di Valutazione che poi tale non è in quanto viene nominato a seconda dei casi dal Sindaco, dal Direttore Generale della ASL , dal Ministro ecc. e quindi non da un organo terzo, per di più non lo ha reso obbligatorio, così in molti comuni esiste ancora il vecchio nucleo di valutazione, il che è fonte di un poco di confusione; a ciò si aggiunga che questi OIV sono composti da persone non sempre esperte dei contratti di lavoro del personale che dovrebbero valutare e talora neanche dei loro compiti specifici. Ma ancora sembrerebbe che, dopo aver emanato norme brutali che escludono da tali OIV pensionati, persone che incautamente sono state elette in consigli comunali (senza potere decisionale), ex dipendenti, poi di fatto vengano fatte delle deroghe per alcuni amici degli amici. Un altro problema è dato dal fatto che chi dovrebbe predisporre gli obiettivi da assegnare ai dirigenti non sempre sia in grado di farlo in maniera appropriata, così vengono spesso assegnati obiettivi generici, talora ripetitivi dei compiti ordinari, il che è fonte poi di difficoltà per chi dovrebbe valutare l'operato dei dirigenti,
La riforma brunetta non aveva poi definito le procedure per la valutazione così in molte amministrazioni la valutazione viene svolta senza acquisire il parere dei dirigenti sopra ordinati per cui è accaduto che in presenza di valutazioni fortemente negative del Direttore amministrativo di una ASL o del Direttore generale di un Comune l'OIV abbia assegnato un valore elevato come valutazione.
L'opinione pubblica, spinta anche dalla stampa affamata di scandali, oramai non è disposta a fare sconti a nessuno e vuole più trasparenza su tutta la fase della valutazione.
Occorre più regolazione, gestione e controllo all'interno, ma anche più comunicazione verso i cittadini i quali in ultima analisi sono gli utenti dei servizi; in alcuni casi personalmente ho ritenuto di inserire tra gli elementi delle valutazione anche la numerosità delle vertenze di ciascun ufficio e i reclami all'URP, altri addirittura coinvolgono direttamente i cittadini per formulare un giudizio sui vari dirigenti.
La valutazione deve essere effettuata a mio avviso valorizzando i criteri meritocratici, mettendo al riparo la dirigenza da influenze politiche.
Di sicuro si tratta di una materia che deve essere affrontata in maniera radicale perché solo così si potrà cambiare la P.A.
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