venerdì 26 febbraio 2016

L'AVVOCATO GENERALE DELL'ALTA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA NELLA SUA ARRINGA SOSTIENE CHE LE NORME ITALIANE SONO IN CONTRASTO CON LA DIRETTIVA BOLKESTEIN IN QUANTO PREVEDONO LA PROROGA AUTOMATICA DELLE CONCESSIONI DEMANIALI MARITTIME

I Governi italiani con vari decreti-legge emessi dal 2009 al 2012 e convertiti in legge, hanno previsto la proroga automatica della durata delle concessioni demaniali marittime per attività turistico-ricreative dapprima fino al 31 dicembre 2012 e poi fino al 31 dicembre 2020. 
Il caso è arrivato a Lussemburgo dopo che alcune per alcune aree demaniali marittime erano stati aperti contenziosi davanti ad alcuni TAR i quali hanno sollevato una questione pregiudiziale alla Corte UE chiedendo di verificarne la compatibilità con il diritto comunitario e soprattutto "con i principi di libertà di stabilimento, di protezione della concorrenza e di eguaglianza di trattamento tra operatori economici, nonchè con quelli di proporzionalità e di ragionevolezza". I dubbi dei giudici italiani erano in particolar modo riferiti all'automatismo della proroga poiché "in questo modo si sottraggono al mercato, per un periodo irragionevolmente lungo (undici anni), delle concessioni di beni sicuramente molto importanti sul piano economico".
La questione era stata già oggetto di critiche da parte della  Commissione europea, in quanto si tratta di "servizi su suolo pubblico" che devono essere aperti alla concorrenza come stabilito dalla direttiva Bolkestein, entrata in vigore in Italia nel gennaio del 2010.
Una procedura che lede i diritti degli operatori del settore, che non hanno la possibilità di ottenere una concessione, malgrado l'assenza di concrete esigenze che giustifichino il protrarsi delle proroghe. 
Tale sistema potrebbe quindi creare una discriminazione tra gli operatori economici". 
Nel corso della propria requisitoria l'avvocato generale della Corte di giustizia europea, Maciej Szpunar, ha sostenuto che la direttiva europea “impedisce alla normativa nazionale di prorogare in modo automatico la data di scadenza delle concessioni per lo sfruttamento economico del demanio pubblico marittimo e lacustre”.
Nel caso in cui la tesi dell'avvocato generale fosse accolta nelle spiagge italiane ci sarebbe senza dubbio una rivolta e l'Assobalneari già è in agitazione.

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