Il nuovo Rapporto per l'anno 2016 della PriceWaterhousCooper sui reati contro le pubbliche amministrazioni e le aziende in Italia mostra una situazione drammatica.
La categoria di frode più diffusa resta l’appropriazione indebita, che rappresenta il 70% circa delle frodi dichiarate (65% nel 2014), con un incremento del 5%, seguita dalla corruzione in crescita al 23% (13% nel 2014).
Al terzo posto si conferma il cybercrime, riportato nel 20% dei casi (22% nel 2014). Nonostante il calo marginale dei crimini economici complessivamente registrato, il costo finanziario di ciascuna frode è in aumento.
Il 27% delle aziende italiane dichiara danni superiori al milione di euro a causa di crimini economici e di corruzione.
Tra i settori più colpiti in base alle risposte, risultano: energia, utilities ed industria mineraria (50%), servizi finanziari (35%), manifatturiero (17%), servizi professionali (11%).
Un’azienda su cinque è stata vittima del cybercrime in Italia, ma solo il 53% ha attivato un piano di prevenzione; le amministrazioni pubbliche sono molto esposte anch'esse ma non risulta che quasi nessuna abbia un sistema adeguato di prevenzione o di pronto intervento.
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