La Commissione parlamentare antimafia presieduta da Rosy Bindi , in vista della
prossima tornata di elezioni amministrative e regionali, ha ritenuto opportuno
portare nuovamente all'attenzione delle forze politiche la propria proposta di autoregolamentazione che impegni i partiti politici, le
formazioni politiche, i movimenti, le liste civiche all'atto della
designazione dei candidati alle elezioni europee, politiche, regionali,
comunali e circoscrizionali, nonché per la designazione di organi
rappresentativi e di amministrazione di enti pubblici, del consiglio di
amministrazione dei consorzi, del consiglio e delle giunte delle unioni
dei comuni, consigliere e presidente delle aziende speciali.
La proposta era stata approvata sin da 2014 ma fino ad ora nessun Partito ha ritenuto di recepirla; i fatti avvenuti a Roma Capitale e altrove hanno mostrato purtroppo la necessità di un documento del genere.
Una cosa molto grave.
I partiti, le formazioni politiche, i movimenti, le liste civiche che
aderiscono alle previsioni del presente codice proposto dalla commissione si dovrebbero impegnare in
occasione di qualunque competizione elettorale a non presentare e
nemmeno a sostenere, sia indirettamente sia attraverso il collegamento
ad altre liste, candidati che non rispondano ai requisiti del
presente codice.
La deliberazione adottata dalla commissione si colloca in un solco di continuità con
la scelta già effettuata nel corso di precedenti legislature.
La normativa vigente è rappresentata dal decreto legislativo 31
dicembre 2012, n. 235, il testo unico delle disposizioni in materia di
incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo
conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi,
a norma dell’articolo 1, comma 63, della legge 6 novembre 2012,
n. 190. Tale decreto prevede cause di incandidabilità, oltre che di
sospensione e decadenza, alle elezioni europee, politiche, regionali,
provinciali, comunali e circoscrizionali, nei confronti di coloro che
hanno riportato condanne per specifiche ipotesi di reato ivi indicate,
che siano stati sottoposti a misure di prevenzione e di applicazione
di misure coercitive, operando una diversificazione tra le ipotesi di
incandidabilità alle elezioni dei rappresentanti del Parlamento nazionale
(articolo 1) e del Parlamento europeo (articolo 3), di incandidabilità
alle cariche elettive regionali (articolo 7) e di incandidabilità
alle elezioni provinciali, comunali e circoscrizionali (articolo 10).
Anche alla luce di tali modifiche normative, la Commissione ha ritenuto opportuno ritornare sulla materia, proponendo, da un lato, che
vi sia un sistema unico valevole per tutti i casi di elezione di organi
rappresentativi; dall’altro, che la soglia di autotutela da parte dei
partiti e dei movimenti politici contro il rischio di inquinamento delle
liste elettorali possa essere ulteriormente elevata aderendo alle
previsioni del codice di autoregolamentazione predisposto dalla Commissione
parlamentare di inchiesta antimafia.
In attesa che i Partiti provvedano la Bindi ha annunciato che la commissione verificherà i candidati dei dieci Comuni più a rischio....
La Bindi ha sottolineato come nella propia relazione si denuncino due dati di fatto:
- Sono proprio le amministrazioni locali il primo varco delle mafie nelle pubbliche amministrazioni, nei rapporti con la politica e anche nell'economia. Quindi il nostro allarme è particolarmente forte.
- Si va a votare in molte realtà nelle quali le mafie hanno dimostrato di essere luoghi di insediamento". Per la Commissione la mera applicazione del Codice non è sufficiente a fare l'effettiva foto del rischio di infiltrazione mafiosa. Su queste realtà sarà fatta una relazione che andrà oltre l'applicazione del Codice.
Restano fuori purtroppo tutti gli altri mille Comuni che andranno al voto dove la verifica è lasciata alla buona volontà dei Partiti e dei cittadini....
Leggete tutto il testo qui:
La Bindi ha sottolineato come nella propia relazione si denuncino due dati di fatto:
- Sono proprio le amministrazioni locali il primo varco delle mafie nelle pubbliche amministrazioni, nei rapporti con la politica e anche nell'economia. Quindi il nostro allarme è particolarmente forte.
- Si va a votare in molte realtà nelle quali le mafie hanno dimostrato di essere luoghi di insediamento". Per la Commissione la mera applicazione del Codice non è sufficiente a fare l'effettiva foto del rischio di infiltrazione mafiosa. Su queste realtà sarà fatta una relazione che andrà oltre l'applicazione del Codice.
Restano fuori purtroppo tutti gli altri mille Comuni che andranno al voto dove la verifica è lasciata alla buona volontà dei Partiti e dei cittadini....
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