martedì 26 aprile 2016

LA PREVENZIONE DA PILASTRO DELLA RIFORMA SANITARIA A CENERENTOLA

Il rapporto Osservasalute 2015 dell'Università cattolica di Roma occupa i queste ore i giornali online e domani sarà su tutte le prime pagine dei giornali con dati che confermano purtroppo il trend già noto della sanità italiana, che ha pagato duramente a causa della crisi economica e del progressivo invecchiamento s' della popolazione, ma anche dell'organizzazione. 
La speranza di vita accorciata, gli stili di vita peggiorati, l'aumento delle patologie proprie della società opulenta sono sotto gli occhi di tutti.
L'indice di Osservasalute viene puntato decisamente sulla carenza di prevenzione

Il Lazio purtroppo è al primo posto di questa triste classifica. 
Testualmente nel rapporto si afferma. "Considerati i punteggi complessivi del monitoraggio LEA 2013 si può affermare che in almeno 2 regioni (Lazio e Abruzzo) l’inadempienza complessiva (avere <160 punti) è dovuta, essenzialmente, al fallimento nel raggiungimento dei target della prevenzione".

Nonostante le avvisaglie già segnalate l'anno passato siamo ancora lontani dalle aspettative della popolazione.
La riforma del 1978 era basata su tre pilastri: prevenzione, cura e riabilitazione: la prevenzione come abbiamo visto in alcune regioni è stata dimenticata, la riabilitazione è in mano prevalentemente ai privati, tutto è stato puntato sulla cura che rende di più. 
Nei primi anni della riforma era forte la spinta per la prevenzione nelle scuole, nelle fabbriche, tra gli anziani, anche in campo odontoiatrico e i risultati si vedevano.
Le Case della salute, che avrebbero potuto svolgere un ruolo importante per la sensibilizzazione della popolazione e in particolare degli anziani sono concentrate per lo più a Roma (dove a mio avviso ce ne sarebbe meno bisogno) e latitano nelle province (nonostante le promesse elettorali), dove invece potrebbero svolgere un ruolo molto importante.
Gli ospedali seguitano ad assorbire spese molto rilevanti.
Voglio augurarmi che questo nuovo rapporto possa essere utile a scuotere le Direzioni generali delle Aziende sanitarie ed insieme ad esse anche il personale ad occuparsi veramente della prevenzione e a non guardare ad essa solamente come un "progetto" per far soldi (come purtroppo avviene in alcune ASL). 

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