domenica 3 aprile 2016

L'ITALIA CON IL TRATTATO DI CAEN MODIFICA I CONFINI MARINI CON LA FRANCIA... MA SI PARLA DI PETROLIO....

Mappa de "La Repubblica"
Da alcuni mesi si parla del Trattato di Caen, firmato dal Ministro Gentiloni circa un anno fa, ma non ancora ratificato dal nostro Parlamento (ma solo da quello Francese) in base al quale sono stati ridisegnati i confini tra Italia e Francia al largo delle coste di Liguria e Sardegna. 
Viene riferito che si tratta di un accordo maturato dopo dieci anni di trattative e che la firma posta dal ministro degli Esteri fosse un atto necessario per aggiornare i confini alla luce della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos) del 1982. 
L’Italia ha quindi rinunciato ad alcuni tratti di mare al largo della Liguria (a nord della Corsica) e a qualche miglio di acque a est e sud-ovest della Corsica intorno alla Sardegna.
Si tratta di aree marine in parte protette perché utilizzate dai cetacei e in parte molto importanti per i pescatori essendo ricche di specie pregiate.
La cosa è venute all'attenzione della stampa solo a seguito dell'intervento della Marina francese che ha fermato alcuni pescatori che si trovavano nelle acque ora in territorio francese. 
Molti dei pescatori italiani che operavano nel territorio, hanno contestato il governo per non essere stati chiamati in causa prima della firma.
Ora viene alla luce il testo del Trattato che è composto da soli sei articoli e che all'art. 4 recita così:
"Se un giacimento di risorse naturali del fondo marino o del sottosuolo si estende su entrambi i lati della linea di delimitazione della piattaforma continentale e se le risorse situate su un lato di questa linea possono essere sfruttate a partire da impianti situati sull'altro lato le Parti cercano, previa consultazione degli eventuali titolari delle concessioni di esplorazione e di sfruttamento, di accordarsi sulle modalità di valorizzazione di tale giacimento nel modo più efficace possibile e affinché ognuna delle Parti mantenga l'insieme dei propri diritti sovrani sulle risorse naturali della propria piattaforma continentale. In particolare questa procedura è applicabile se il metodo di sfruttamento delle risorse situate su uno dei lati della linea di delimitazione influenza le condizioni di sfruttamento delle risorse situate sull'altro lato".
Quindi quello che a prima vista sembra solo un Accordo che riguardava alcune aree protette o interessi di pesca, si rivela invece avere come oggetto principale il petrolio.
Cedere dei pezzi del proprio territorio per dei meri interessi economici è veramente grave.
Stiamo parlando di luoghi naturali storici e bellissimi, tra cui il c.d. "Santuario dei cetacei" o la pescosissima "Fossa del cimitero" ora alla mercè di chi li vuole solo per trivellazioni e interessi petroliferi.
La stampa nazionale con "La Repubblica, "Il fatto quotidiano"  ecc. e quella locale  hanno dato ampia notizia dei fatti.
In Parlamento sono fioccate le interrogazioni; il Sottosegretario Benedetto della Vedova, rispondendo ad una di queste ha risposto:“Non è ancora in vigore e non è quindi applicabile nel caso in questione”. Sull'onda delle proteste, proseguite negli scorsi giorni, giovedì la Farnesina ha diramato una nota: “Il tracciato di delimitazione delle acque territoriali e delle restanti zone marittime riflette i criteri stabiliti dall'Unclos”, spiegando anche che “la parte italiana ha ottenuto di mantenere immutata la definizione di linea retta di base per l’arcipelago toscano” e “anche per quanto riguarda il confine del mare territoriale tra Italia e Francia nel mar Ligure, in assenza di un precedente accordo di delimitazione, l’Accordo di Caen segue il principio dell’equidistanza come previsto dall’Unclos”. Specificando come per il tratto “tra Corsica e Sardegna è stato completamente salvaguardato l’accordo del 1986, inclusa la zona di pesca congiunta”. 
Ci si chiede come mai i confini del nostro Paese cambino senza che i cittadini ne siano sufficientemente informati. 
Mi auguro che ora con la questione dello scandalo dei petroli possano riaccendersi i riflettori su questa vicenda per togliere ogni ombra. 
Chi vuole leggere il testo dell'Acccordo lo trova qui:

Nessun commento:

Posta un commento