Firmato tra ANCI e Confcommercio un Protocollo basato su alcune premesse:
- le Città e i Comuni più piccoli stanno perdendo gradualmente il loro ruolo attrattivo, sia sotto il profilo residenziale che dell’offerta merceologica e dei servizi, con conseguente indebolimento anche dell’offerta turistica e di tutto l’indotto;
- le parti sono consapevoli dello scarso utilizzo dei Fondi Strutturali e dei finanziamenti europei in genere e dello scarso senso di appartenenza all’Europa da parte dei cittadini e del mondo imprenditoriale;
- le parti sono convinte che le aree urbane sono chiamate a svolgere un ruolo chiave per lo sviluppo sociale ed economico dell’Italia e dell’Europa e dovranno essere messe nella condizione di poter praticare una partecipazione più forte nel processo decisionale dell’Unione;
- le parti ritengono opportuno implementare il collegamento diretto tra UE e Città, ente territoriale capace di rappresentare efficacemente in sede europea i bisogni di cittadini, imprese e territori.
Gli obiettivi prioritari del protocollo sono i seguenti:
- avanzare una proposta di riforma legislativa sul tema delle locazioni commerciali che consenta ai proprietari di immobili (privati e/o società) di usufruire della cedolare secca come già avviene per i contratti abitativi agevolati (aliquota secca del 10%) laddove costoro lochino i negozi ad attività merceologicamente assenti (perché a basso reddito) individuate dalle amministrazioni comunali e riducano considerevolmente i canoni di locazione rispetto a quelli di mercato correnti;
- sensibilizzare tutte le amministrazioni comunali, dalle più grandi alle più piccole, affinché individuino nei nuovi PRGC o nelle eventuali varianti le aree oggetto di riqualificazione e rigenerazione urbana, inserendo i vari ambiti di intervento (urbanistici, architettonici, sociali, economici, ambientali, energetici, viari) e approfondiscano poi nell’ambito dei medesimi regolamenti le possibili applicazioni e collegamenti ai Bandi diretti ed indiretti per l’utilizzo dei Fondi europei, individuando un primo nucleo di Comuni sperimentatori;
- collaborare congiuntamente alla definizione di nuove professionalità da utilizzare per la gestione del territorio e dei centri urbani anche con il contributo di importanti atenei italiani;
- collaborare nella definizione di progetti condivisi finanziati attraverso Fondi europei.
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